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Maupan Photo

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Passate  di qua per conoscere le novità sul sito o iniziative collegate alla fotografia che prendo occasione di consigliarvi (limitatamente alla città di Roma), quali: mostre, escursioni fotografiche o proiezioni; trovate in questa sezione anche i commenti e le riflessioni che scrivo prendendo spunto dalla cartolina che pubblico ogni mese sulla home-page del sito e che, a mio avviso, contribuiscono molto meglio di un asettico profilo a raccontare la mia fotografia e chi sono.

cartolina

 

Cartolina Set.2023 Il tempo che ci è stato regalato

Bisogna uscire dal sentiero per poterlo apprezzare appieno,
bisogna rimanere al buio per scoprire quanto sia preziosa la luce,
bisogna finire assetati per capire quanto sia vitale l’acqua,
bisogna sperimentare il vuoto di un’esistenza per mettersi alla ricerca di un porto sicuro,
ma soprattutto…bisogna soffrire per imparare ad amare.
Ma tutti questi doni quando li riceviamo in eredità finiamo per non stimarli,
per non comprendere il caro prezzo che qualcun’altro prima di noi ha pagato,
quasi fosse un diritto di nascita la strada che ci conduce dove vogliamo,
l’interruttore di casa che ci fornisce energia per tutti i nostri apparecchi,
il rubinetto che aperto, magicamente fa uscire l’acqua anche in cima a un grattacielo,
una società dove si abbia la libertà di scelta,
l’affetto dei genitori, di una famiglia.

Questa foto per me sta a significare un GRAZIE a caratteri cubitali, a tutti coloro che mi hanno preceduto su questo cammino, a tutti coloro che si sono spaccati la schiena per costruire questa mulattiera, con il sudore sulla fronte, con i calli sulle mani; un grazie a tutti coloro che anche se inconsapevolmente mi hanno regalato la cosa più preziosa che loro possedevano, che ognuno di noi possiede: un po’ del loro tempo, e se oggi posso arrivare in cima al monte e guardare l’orizzonte blu del mare, perdermi nel suo abbraccio, nella sua dolcezza, ed attardarmi in questo incanto, lo devo a loro, al cui riguardo la mia fatica di oggi, il mio sudore versato, è ben poca cosa.

Buona visione con la cartolina di Settembre su Maupanphoto.com

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Cartolina Ago.2023 Un rifugio è per sempre

Mi sono sempre chiesto perché il rifugio ispiri tanto affetto e suggestione per gli amanti della montagna, siano essi alpinisti, sciatori, escursionisti o altro, perché sentiamo un trasporto particolare avvicinandosi ad esso e poi soggiornando presso di lui (è facile sperimentare infatti che se lo visitiamo solo di passaggio, ed ancor più se è molto affollato, non ci lascerà particolari emozioni o se non altro durature).
Sarebbe troppo facile dire per la bella posizione, il bel panorama, perché rappresenta un luogo sicuro in cui ci sentiamo protetti dalle avversità del tempo lontani da casa, od anche perché quando si cammina parecchie ore e si fatica poi si apprezzano di più quelle comodità, quei servizi, quel cibo che offre e che nella vita di ogni giorno, nella casa di ogni giorno, diamo per scontato.
Tutto questo in parte è vero ma credo ci sia qualcosa di più, credo che per quanto ci piaccia girare per le montagne, visitare nuovi luoghi e salire nuove cime, una parte di noi invece vorrebbe fermarsi, vorrebbe trovare un porto sicuro dove buttare l’ancora; in tutti noi, anche nelle persone più desiderose di viaggiare, di conoscere nuovi luoghi e culture, c’è una parte più interna (potremmo anche chiamarla anima) che vorrebbe invece fermarsi, per concentrarsi di più su quello che c’è dentro di noi invece di preoccuparsi sempre di ciò che c’è fuori.
E quanto più il rifugio è isolato, lontano dalle nostre strade abitudinarie (che ci ricondurrebbero inevitabilmente al tram tram quotidiano), quanto più è accogliente e ben tenuto, così da farci sentire il “profumo” di casa ma senza esserlo, quanto più vi arriviamo dopo un’escursione che ci ha regalato grandi soddisfazioni ed emozioni (il viaggio di ognuno), quanto più è poco affollato così da farci sentire non dei semplici clienti ma dei protagonisti della casa, tanto più il rifugio finisce per incarnare quel porto sicuro in cui fermarsi.
Senza volerlo nel momento in cui posiamo lo zaino scarichiamo anche la tensione di un giorno, si fermano le nostre gambe ma si ferma anche il nostro io interiore, la nostra anima, che trova nel rifugio quella calma, quella pace che andava cercando, ed anche se sappiamo che il giorno dopo ci rimetteremo in viaggio quella sensazione di “essere arrivati” permarrà in noi, la associeremo a quel rifugio e poi a quelli che seguiranno, ma…a differenza di tante altre sensazioni che perdono d’intensità con la frequenza, questa forte suggestione non verrà mai meno, e lasceremo il cuore in uno, cento, mille rifugi.
Buona visione con la cartolina di Agosto su Maupanphoto.com

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Cartolina Lug.2023 Funamboli sul filo di lama

Non posso fare a meno di ritrovare nel camminare in montagna una metafora della vita, e sovente sono proprio le foto che scatto a ricordarmelo.
Questa mi fa ricordare che viviamo tutti su un palcoscenico, grande o piccolo che sia, ma sempre molto, molto precario; ogni individuo rispetto al suo tempo vive sul confine, sulla frontiera di quello che è stato (il passato, la storia dell’umanità) e quello che sarà (le nuove scoperte geografiche/spaziali, della tecnologia/scienza, della medicina); ed ogni giorno l’uomo s’impegna per rimanere in equilibrio tra passato e futuro, a costo spesso di sofferenze, di cadute, controbilanciate però dal raggiungimento anche di nuovi traguardi e di una nuova coscienza.
Siamo attori nostro malgrado di una storia unica, perciò ognuno di noi si sforza ogni giorno di mantenersi in equilibrio su quel crinale che sta percorrendo, per quanto molti messaggi fuorvianti ci illudino che ci sia una strada sicura, scopriamo tutti a nostre spese che non esiste, così chi con più classe chi con meno cavalchiamo la nostra storia meglio che si può; a volte gli abissi che vediamo ai lati del crinale ci paralizzano, allora ci aggrappiamo alla nostra “via ferrata”, che sia l’aiuto di un amico o l’esempio di chi è stato più coraggioso, questo ci sprona a tentare, ad andare avanti; altre volte sono le nuvole che ci nascondono il cammino, siamo rallentati dai dubbi, dalle insicurezze, dalle sconfitte che pesano come macigni sul nostro umore, sulle nostre speranze.
Ma è proprio allora che la montagna fa la sua magia: solo lei riesce a farti sentire piccolo, ti da infatti il metro di misura di quello che effettivamente sei, ma allo stesso momento ti fa sentire grande, perché ti fa sentire parte, protagonista, di un immensa, meravigliosa storia che travalica gli angusti confini che ci siamo imposti; ti fa sperimentare la cecità, lo smarrimento di fronte all’incapapacità di affrontare le forze della natura, ma poi ti dona la luce, perché guardando le cose dall’alto permette al tuo sguardo di andare lontano, molto oltre quello che ci potevamo aspettare dal basso.
È vero, in questo continuo bilico alcuni sembrano portare un fardello più leggero di altri, ed io non so, non ho trovato risposte per questa apparente disuguaglianza, mi limito ad osservare funamboli sul filo di lama e mi auguro che tutti, ma proprio tutti, raggiungano la loro meta.
Buona visione con la cartolina di Luglio su Maupanphoto.com

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Cartolina Giu.2023 In capo al mondo

Nonostante non abbia viaggiato molto all’estero mi ritengo una persona fortunata perché ho capito che il capo del mondo si trova molto più vicino di quanto all’inizio avessi immaginato, anzi a dirla tutta non ce n’è uno solo ma tanti, tantissimi, cosa d’altronde neanche così strana considerando che la Terra è rotonda!
Quel posto così speciale che i nostri amici di ritorno da un viaggio all’estero ci dicono “devi assolutamente vedere”, in realtà lo abbiamo a disposizione a casa nostra, senza andare d’altra parte del mondo, e una fotografia può aiutarci a scoprirlo.
Si perché una bella foto per quanto riaccenda in chi l’ha scattata tanti ricordi, tante emozioni, e susciti in chi la guarda per la prima volta simili o diverse sensazioni, ha il pregio di sublimare un luogo, di estraniarlo dalla sua collocazione geografica; chi potrebbe negare infatti che lo scatto della cartolina di questo mese sia stato preso su un’isola sperduta di un mare lontano?
Attenzione non sto dicendo che è inutile viaggiare, allontanarsi dalla propria città, dalla propria regione, ogni viaggio è infatti un arricchimento, ma affinché si riveli un vero e proprio tesoro è necessario prima trovarlo con il nostro sguardo piuttosto che con i nostri piedi; spesso mi sembra che la gente sia più preoccupata a “marcare il territorio” che a conoscerlo, per questo non condivido la mania dei selfie che impazza ovunque anche quando si viaggia, vogliamo testimoniare agli altri la nostra presenza ma il nostro faccione in primo piano non fa che nascondere, offuscare la bellezza del luogo.
Io ci provo, provo a cogliere l’essenza di un luogo, il più bel ricordo che posso avere di un posto dove sono stato non è il mio viso (quello me lo ricorda ogni giorno lo specchio☺) ma le suggestioni che quel posto ha suscitato in me, e che può ancora stimolare in me o in chiunque altro oggi; mi piace sempre pensare alle foto, sebbene siano un elemento così statico e puntuale, come ad una finestra aperta, la pagina bianca di un diario ancora da scrivere.
Buona visione con la cartolina di Giugno su Maupanphoto.com

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Cartolina Mag.2023 L'Ascensore

Giorni fa mi è tornato a mente un ricordo di quando ero bambino, un gioco che facevo con mio zio: l’ascensore.
Per quanto fosse un giochino semplice io ne ero elettrizzato e non perdevo occasione appena c’incontravamo di chiederglielo, anche perché non tutti i nipoti hanno l’opportunità di avere uno zio alto quasi 2 metri, e lui era sempre molto disponibile, anzi sembrava divertirsi insieme a me, ed io sentivo nella sua presa ferma che mi sollevava in aria una dimostrazione di affetto.
Poi mi è capitata sotto gli occhi questa fotografia, ed ho capito che una montagna è un po’ come un ascensore, ci trasporta in alto per vedere le cose da un altro punto di vista, e questo nuovo sguardo non ci permette solo di vedere più lontano ma ci rivela anche una nuova interpretazione della realtà che ci circonda (o per lo meno ce n’offre la possibilità!), si potrebbe definire una forma di dimostrazione di affetto della Natura nei nostri confronti, che ci da modo di comprendere meglio dove ci troviamo, chi siamo, ci dona quell’energia e spazio necessari ad alimentare i nostri sogni.
Così non deve sembrare strano, se dopo tanto salire, le cime delle montagne mi hanno insegnato che per ampliare il nostro sguardo non è necessario per forza salire in alto quanto piuttosto avere nuovi occhi, ed ho potuto ritrovare quella stessa sensazione di infinito, di libertà, anche immergendomi nelle profondità del mare o di una grotta.
Oggi guardando questa foto scopro che le nuvole che incappucciano la montagna mi rivelano molto di più di quello che nascondono (la cima), vedo l’incontro di due dimensioni apparentemente contrapposte: la terra che cerca il cielo innalzandosi con le montagne, il cielo che cerca la terra carezzandola con le sue nuvole, e mi sento di ringraziare infinitamente mio zio per avermi accompagnato al 1° piano di questa “ascesa”.
Buona visione con la cartolina di Maggio su Maupanphoto.com

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Cartolina Apr.2023 La giusta distanza

Può capitare di avere le parole, di averne troppe di parole, di avere troppe cose da dire, da raccontare di una montagna; capita quando hai condiviso con lei tanti giorni, tanti sguardi, tante emozioni, sei cresciuto un poco con lei, un poco anche grazie a lei; eppure proprio perché senti di conoscerla così bene, senti di essere inadeguato a raccontarla, a tracciarne anche solo uno scarno profilo, perché hai scoperto che lei è molto di più di quello che avevi immaginato da studente universitario al primo incontro, e non ti basterà una vita, questa vita, per conoscerla fino in fondo.
L’amore verso di lei quello no, in quello senti di essere all’altezza, perché l’amore travalica le dimensioni, la nostra storia, la nostra sapienza, le nostre capacità; l’amore colma le differenze, anche quelle di un topolino come me nei confronti di una montagna tanto grande, l’amore crea quella connessione che la nostra natura terrena sembrerebbe bandire.
Per quanto grande essa sia puoi sempre accarezzarla, sentire il suo profumo, ascolatre la sua voce e i suoi silenzi, o quanto preziosi i suoi silenzi!
E ti ritrovi a gioire con lei, a sfogare con lei i tuoi pianti, a sussurarle quelle cose che non puoi dire a nessuno.
Poi arriva il momento dopo tanti anni di fare un passo indietro, ma non per allontanarmi da lei, piuttosto per trovare la giusta distanza, ammirare la sua maestosità, e in quella visione sentirsi appagato, dolcemente accolto in quell’abbraccio a lungo cercato.
Buona visione con la cartolina di Aprile su Maupanphoto.com

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Cartolina Mar.2023 Il lato B

Siamo fin troppo bravi, pardon…veloci, ad emettere sentenze, a giudicare qualcuno o qualcosa, ad usare quello stesso “corto” metro che non vorremmo fosse usato su di noi, troppo presi a trovare un colpevole per poter chiudere l’accaduto, per poterci scrollare di dosso quella polvere che inesorabilmente si è depositata sul nostro bel vestitino e poi andare avanti, perché si sa il mondo va veloce, non ci aspetta; troppo presi…per non prenderci il lusso di fermarsi a guardare, di conoscere una storia, cento storie.
A volte basterebbe sedersi sulla spiaggia, tra la sabbia ingombra di rottami e guardare il mare: le onde, quelle stesse onde innocenti esecutrici di un disegno di morte, ci porterebbero all’orecchio, con il loro incedere incessante ma persuasivo, mille storie, mille sogni; quelle stesse onde che hanno infranto tante vite infrangerebbero anche le nostre convinzioni, le nostre certezze, e ci sorprenderemmo a scoprire il senso di pace che ci dona l’orizzonte, quello stesso orizzonte di libertà che tutti cercano, verso cui tutti veleggiano, e che le nostre città hanno finito col nasconderci.
In fondo chi non cerca di cambiare il proprio destino?
Fin da bambini quando lasciamo il caldo e sicuro abbraccio della madre e muoviamo i primi passi, inciampando, cadendo, ma troppo forte è il desiderio, la necessità di farci fautori del nostro destino; è paradossale poi, perché in fondo nessuno di noi conosce il proprio destino, chi sa veramente in quale direzione andare?
Eppure ci mettiamo in cammino, guidati dalla speranza, dai nostri sogni, da quell’orizzonte che infonde in noi così tanta pace, e se abbiamo dei figli li portiamo con noi non certo per incoscienza ma per amore, e così diveniamo clandestini per amore.
Forse per alcuni apparirò prevedibile, eppure ancora una volta la Natura mi ha insegnato che c’è sempre un lato B, in un paesaggio come in una storia, in una persona; che se una parete si erge dinanzi a te non è per respingerti ma per invitarti a fermarti, a conoscerla meglio, a conoscersi meglio: con i propri limiti, le proprie paure; a scoprire che si può raggiungere la cima se si ha la pazienza di spostarsi…sul lato B.
Buona visione con la cartolina di Marzo su Maupanphoto.com

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Cartolina Feb.2023 Al di là

Per alcuni di noi è una spinta inarrestabile, qualcosa che portiamo dentro instillato non so da chi, e che non trova appagamento nel raggiungimento del nostro obiettivo immediato, perchè appena raggiunto non svanisce ma anzi sembra quasi andare ad alimentare, a caricare quella molla interna che ci spingerà ancora una volta a salire per guardare al di là.
Si perché per quanto possa essere difficile un’impresa (dal nostro punto di vista), per quanto possa essere appagante il risultato, dopo uno, dieci, cento panorami che ti lasciano senza fiato, che ti fanno sentire gigante e formica insieme, che ti regalano una pienezza ed una consapevolezza che a stento ritrovi nella vita sociale di tutti i giorni, ebbene se la volta seguente stai “da capo a dodici” e ti senti spinto a salire quel canale, quel vallone, quella parete, ti domandi ma sarà proprio per raggiungere quella cima?
Ma non sarà forse per provare ancora quell’eccitazione che ti pervade il corpo, per provare la gioia dell’attesa, per rispondere a quell’esigenza interiore di mettersi in cammino, di rispondere si ad una “chiamata” di andare al di là, di cercare qualcosa che sta al di sopra di noi, ma non solo in senso materiale (le cime dei monti) ma anche metafisico.
Con gli anni mi sono reso conto che la vita è come un asintoto, si tende senza mai raggiungere completamente quel o quell’altro risultato, perché più passano gli anni più prendiamo coscienza del confine che abbiamo davanti, questo confine muta, si sposta insieme a noi; all’inizio è frustrante, poi col tempo capisci che è benefico, e che solo grazie alle domande ci mettiamo alla ricerca delle risposte.
In fondo è tutto qui, questa coscienza il bagaglio che ho accumulato in tanti anni, e debbo dire GRAZIE alla Montagna che me lo ha insegnato, grazie a lei se ancora oggi trovo gli stimoli per andare avanti, per mettermi in discussione e puntare a quel confine, a quello zero che so che non raggiungerò mai in questa esistenza terrena.
Buona visione con la cartolina di Febbraio su Maupanphoto.com

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Cartolina Gen.2023 Il caldo abbraccio della neve

Mi manca, mi manca la neve, mi manca da morire il suo candore che tutto copre senza cancellare, che tutto silenzia, che ci riporta indietro nel tempo a quando eravamo bambini e ci lasciavamo stordire dalla sua magia: come poteva infatti una cosa così piccola e impalpabile, che si scioglieva tra le nostre dita, che cadeva così lenta come al rallentatore, come poteva ricoprire così tanto il paesaggio da trasfigurarlo, da farci piombare in un’altra dimensione dove tutto sembrava fermarsi mentre il freddo cristallizzava le nostre emozioni?
Mi manca da morire ora che è il suo tempo e non arriva, ora che dovrebbe alimentare le nostre sorgenti e la mia fantasia, c’è troppo nero nelle nostre giornate, mi manca il suo bianco perché in quel bianco vedo così tanta saggezza, vedo il cerchio della vita, vedo lontano, molto più lontano di quando guardo sul mio cellulare, nella mia televisione.
Mi manca da morire perché ogni singolo cristallo a ben guardare ci apre alla storia del mondo, come in una sfera di cristallo divinatoria possiamo leggervi il nostro passato e il nostro futuro; ma chi si ferma più a guardare le forme dei cristalli di neve? Quale futuro ci aspetta ora che non possiamo più leggerlo sulla neve?
Si dice che la neve sia fredda, forse, ma quale bambino che gioca sulla neve si accorge che è fredda? Ma quando torna inzuppato e fradicio nell’abbraccio della mamma, non sente forse un calore che senza la neve sarebbe stato più “freddo”?
Questa neve che tarda a venire mi manca da morire, perché il suo bianco mantello mi ricorda che abbiamo bisogno di abbracci: del caldo abbraccio di un focolare, del caldo abbraccio di un amico, del caldo abbraccio della persona amata.
Si dice che la neve sia fredda, forse, ma mi manca il suo caldo abbraccio.
Buona visione con la cartolina di Gennaio su Maupanphoto.com

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Cartolina Dic.2022 Parole d'inciampo

Può capitare, leggendo un libro, che “s’inciampi” in delle parole, queste ti fanno cadere, interrompono il tuo ritmo di lettura, e per andare avanti ti costringono a leggerle di nuovo, a cercare di capire il loro senso più profondo che non risiede certo nel significato letterario delle stesse; eppure questa sosta forzata a ben vedere il più delle volte risulta assai benefica, perché se siamo inciampati proprio in quelle parole significa …che stavano aspettando noi!
Allo stesso modo mi capita spesso “d’inciampare” durante le mie passeggiate, di sentire una vocina interna che mi dice di fermarmi e di guardarmi intorno con maggiore intensità del normale, di fare attenzione a cogliere quello che è invisibile agli occhi; non mi pongo in quei momenti alla ricerca di qualcosa di particolare, piuttosto cerco di cogliere il sapore, di nutrirmi di quell’atmosfera surreale che il paesaggio emana, che a me piace chiamare di “sospensione”, e che ho paura di perdere se non fermassi il mio passo e non mi mettessi in ascolto.
In quei momenti cerco di fare il pieno di quel senso di tranquillità, di pace che sento intorno a me, so bene infatti che quando tornerò a casa, nella vita di tutti i giorni, potrà tornarmi utile; col tempo quindi mi è venuto spontaneo domandarmi da dove nasceva questo interscambio con il paesaggio, questa sintonia che ti fa sperimentare questa sensazione, e perché non la sperimentavo in altre situazioni.
Mi ero dato fondamentalmente due risposte: la prima è che dipende da noi, il cammino infatti ci libera la mente, allontana i pensieri che l’affollano ogni giorno, e ci rende così più predisposti ad accogliere quello che l’ambiente intorno a noi ci comunica, o più semplicemente esprime; la seconda è che ritrovo nel paesaggio naturale quell’armonia, quella pienezza che manca alla nostra vita, quella vita che ci sforziamo di riempire di cose salvo poi ritrovarsi sempre poveri di qualcosa, non sazi di quel qualcosa che non sappiamo bene neanche noi di che si tratti, una fame però che magicamente sparisce di fronte a certi paesaggi, così dirompenti nel loro apparente silenzio.
Infine giorni fa sono inciampato in queste parole, che possono apparire a prima vista banali nella loro semplicità un po’ naif, ma che a mio avviso sono profondamente vere e mi insegnano ad allargare ulteriormente il mio sguardo sul mondo.

“À contempler tranquillement les choses tranquilles, pierres, arbres, tu peux parvenir à acquérir leur tranquillité” (da “Rendez-vous au Colorado” di Philippe Labro)

Buona visione con la cartolina di Dicembre su Maupanphoto.com