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Maupan Photo

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cartolina

 

Feb.2018 Incontrare dei vecchi e malandati ruderi durante le mie escursioni in montagna mi fa venire sempre in mente molti pensieri, al di là dei risvolti sociali che si celano dietro l’abbandono delle terre alte da parte dell’uomo moderno, la prima constatazione è quella di notare come pian piano la natura si riappropria di quello spicchio di paesaggio che l’uomo aveva fatto suo, e quanto più la costruzione era fatta con materiali semplici e naturali come la pietra ed il legno tanto più velocemente si armonizza con il paesaggio naturale arrichendolo e non deturpandolo come purtroppo avviene molto spesso con le costruzioni moderne; poi nasce in me una curiosità quasi morbosa che vorrei conoscere a fondo la storia di quel casolare, di quella baita, di quell’alpeggio, cerco di immaginare guardando quelle pietre ed il paesaggio intorno quale fù il motivo che portò a quella costruzione, a quella scelta, ad immaginare come doveva essere quel posto quando era ancora abitato dalle persone.
È a questo punto che mi viene da pensare a chissà quante storie potrebbero raccontare quelle pietre se solo potessero parlare, di quanti sogni, di quanta sofferenza ma anche di quanta vita vissuta tra quegli angoli, di nuove nascite, di nuovi amori, di nuovi baci …a volte rubati di nascosto, di quanto lavoro sudato e faticato, e di quanta dignità; tutto è ormai perso tra quelle pietre che non possono parlare eppure sembra quasi che vogliano gridare a tutti la loro storia, eppure …eppure qualcosa quelle pietre ci raccontano, ci parlano del senso della vita che non cambia con le generazioni, del legame con la natura che è scellerato ignorare, del bisogno di pace per l’uomo interiore come per quello sociale.
E la cosa buffa di questa esperienza è che mi sono accorto che tanto più mi soffermo presso questi antichi manufatti tanto più scopro la foto giusta, riesco a trovare lo scatto che soddisfi il mio desiderio di cogliere il legame che nel tempo si è instaurato tra la costruzione, o meglio quel che ne rimane, ed il paesaggio circostante; ho compreso così che è proprio quando ci si ferma, con la mente e con i passi, che si viene nella possibilità di entrare in contatto con l’ambiente circostante e accade quello che apparentemente all’inizio sembrava impossibile: ascoltare le pietre!
Buona visione e buon nuovo mese con la cartolina di febbraio di Maupanphoto.com