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- Scritto da Mauro
Cartolina Dic.2022 Parole d'inciampo
Può capitare, leggendo un libro, che “s’inciampi” in delle parole, queste ti fanno cadere, interrompono il tuo ritmo di lettura, e per andare avanti ti costringono a leggerle di nuovo, a cercare di capire il loro senso più profondo che non risiede certo nel significato letterario delle stesse; eppure questa sosta forzata a ben vedere il più delle volte risulta assai benefica, perché se siamo inciampati proprio in quelle parole significa …che stavano aspettando noi!
Allo stesso modo mi capita spesso “d’inciampare” durante le mie passeggiate, di sentire una vocina interna che mi dice di fermarmi e di guardarmi intorno con maggiore intensità del normale, di fare attenzione a cogliere quello che è invisibile agli occhi; non mi pongo in quei momenti alla ricerca di qualcosa di particolare, piuttosto cerco di cogliere il sapore, di nutrirmi di quell’atmosfera surreale che il paesaggio emana, che a me piace chiamare di “sospensione”, e che ho paura di perdere se non fermassi il mio passo e non mi mettessi in ascolto.
In quei momenti cerco di fare il pieno di quel senso di tranquillità, di pace che sento intorno a me, so bene infatti che quando tornerò a casa, nella vita di tutti i giorni, potrà tornarmi utile; col tempo quindi mi è venuto spontaneo domandarmi da dove nasceva questo interscambio con il paesaggio, questa sintonia che ti fa sperimentare questa sensazione, e perché non la sperimentavo in altre situazioni.
Mi ero dato fondamentalmente due risposte: la prima è che dipende da noi, il cammino infatti ci libera la mente, allontana i pensieri che l’affollano ogni giorno, e ci rende così più predisposti ad accogliere quello che l’ambiente intorno a noi ci comunica, o più semplicemente esprime; la seconda è che ritrovo nel paesaggio naturale quell’armonia, quella pienezza che manca alla nostra vita, quella vita che ci sforziamo di riempire di cose salvo poi ritrovarsi sempre poveri di qualcosa, non sazi di quel qualcosa che non sappiamo bene neanche noi di che si tratti, una fame però che magicamente sparisce di fronte a certi paesaggi, così dirompenti nel loro apparente silenzio.
Infine giorni fa sono inciampato in queste parole, che possono apparire a prima vista banali nella loro semplicità un po’ naif, ma che a mio avviso sono profondamente vere e mi insegnano ad allargare ulteriormente il mio sguardo sul mondo.
“À contempler tranquillement les choses tranquilles, pierres, arbres, tu peux parvenir à acquérir leur tranquillité” (da “Rendez-vous au Colorado” di Philippe Labro)
Buona visione con la cartolina di Dicembre su Maupanphoto.com